Piano Regionale GAP e Dipendenze

Piano Regionale GAP e Dipendenze

Il Piano regionale per la prevenzione, cura e riabilitazione del disturbo da gioco d’azzardo e l’attuale programmazione, si inseriscono nel percorso attivato con l’approvazione della legge regionale 21 novembre 2014, n. 21, “Norme per la prevenzione, il contrasto e la riduzione del rischio della dipendenza da gioco d'azzardo patologico”, e s.m.i., ed includono tutte le azioni indicate dalla legge regionale stessa. Gli obiettivi e le attività sono stati inoltre definiti in coerenza con il “Piano regionale di prevenzione”, con il “Piano regionale adolescenti e giovani adulti” e con altri provvedimenti legislativi e piani programmatici regionali attinenti, secondo la visione di un sistema regionale coordinato ed integrato, e sono conformi al “Regolamento recante adozione delle linee di azione per garantire le prestazioni di prevenzione, cura e riabilitazione rivolte alle persone affette dal gioco d'azzardo patologico (GAP)”.

Le azioni della Federazione comprendono:

-           supporto alla creazione, alla revisione e all’ampliamento dei piani attuativi delle 12 zone sociali con incontri periodici per monitorare lo stato di avanzamento dei piani stessi

-           supporto alla costituzione di tavoli permanenti di integrazione socio-sanitaria tra i referenti delle zone sociali e i rappresentanti dei distretti sanitari

-           coordinamento operativo e di interfaccia con il Servizio “Programmazione sanitaria, assistenza ospedaliera, assistenza territoriale, integrazione socio-sanitaria, valutazione di qualità e progetti europei” e con le Zone Sociali per la gestione dei progetti;

-           realizzazione di campagne di comunicazione per la popolazione generale e gruppi target specifici (giovani e over 65) con la diffusione e monitoraggio del marchio UMBRIA NO SLOT;

-           attivazione di strumenti di comunicazione circolare (newsletter e piattaforma) per la conservazione e la diffusione di dati ed informazioni sui temi dell’integrazione socio-sanitaria;

-           raccolta delle relazioni periodiche e delle migliori iniziative sviluppate sui diversi territori per poterle proporre alle altre zone sociali, creando una rete di condivisione delle buone pratiche

-           organizzazione di iniziative di confronto sui territori delle zone sociali con il coinvolgimento delle realtà territoriali e del personale dei distretti sanitari territoriali di competenza

Finalità del Piano GAP

La finalità generale del Piano regionale e della relativa programmazione pluriennale è la costruzione e il consolidamento di un sistema regionale di intervento, coordinato ed integrato, per la prevenzione, la cura e la riabilitazione del disturbo da gioco d’azzardo, passando da una risposta di primo fronteggiamento, ad un sistema strutturale di servizi ed interventi.

L’implementazione del sistema di intervento in questa area di bisogno secondo modelli innovativi, sia sul piano dell’approccio metodologico che su quello organizzativo, costituisce il primo passo nella direzione di un rinnovamento complessivo del sistema di intervento regionale rivolto alle dipendenze.

Strategie di intervento

Il Piano prevede un intervento organico, definito e coordinato in ambito regionale ed attuato in maniera articolata nei territori. Si basa sul coinvolgimento e la partecipazione delle Aziende USL, degli Enti locali, del privato sociale e delle associazioni, lungo tutta la filiera dalla progettazione all’attuazione degli interventi, comprese le attività di monitoraggio e valutazione.

Nel primo biennio le attività si sono concentrate in maniera particolare nella strutturazione di un sistema di servizi ed interventi in ambito sociosanitario, aperto al territorio e di carattere proattivo. Nella programmazione del prossimo triennio si intende valorizzare la centralità dei Comuni nel promuovere, sulla base di una forte integrazione tra sociale e sanitario, attività di informazione e sensibilizzazione, interventi a sostegno dei giocatori patologici e delle loro famiglie, azioni di promozione sociale e culturale per la costruzione di una cultura alternativa all’ “azzardo”. Per un’efficace espansione e radicamento di queste azioni nel contesto delle comunità locali, un elemento fondamentale è costituito dallo sviluppo di alleanze permanenti con il privato sociale, il terzo settore, le associazioni di diversa tipologia.

Coordinamento delle attività

L’ampliamento delle attività previsto dalla nuova programmazione, e il conseguente allargamento del ventaglio di soggetti coinvolti, rende necessario modificare la struttura degli organismi di coordinamento passando ad un sistema articolato su più livelli:

- Gruppi di Coordinamento Territoriale (GCT), ciascuno coordinato dal locale Centro ASL Specifico per il trattamento del Disturbo da Gioco d’Azzardo (DGA) e comprendente rappresentanti dell’ANCI e delle Zone sociali del territorio (macro-aree corrispondenti ai territori delle 4 ex-ASL); in base ai temi affrontati, potranno essere coinvolti ulteriori soggetti in qualità di membri permanenti o temporanei del gruppo di lavoro.

- Cabina di regia regionale, composta dai direttori sanitari delle Aziende USL o loro delegati (figure di profilo gestionale-organizzativo), ANCI, rappresentanti dei 4 gruppi di coordinamento territoriale (responsabile/referente del Centro per il DGA e un rappresentante delle Zone sociali); in base ai temi affrontati, potranno essere coinvolti ulteriori soggetti.

I gruppi di coordinamento territoriale (GCT) svolgono compiti di coordinamento delle attività a livello locale, promuovono processi di integrazione e di sviluppo attivati dal basso, elaborano proposte da riportare al livello regionale.

La Cabina di regia regionale ha il compito di guidare il processo generale di attuazione degli obiettivi proposti dal Piano, garantire il collegamento tra i diversi GCT e gli uffici regionali di competenza, monitorare l’avanzamento e i risultati delle attività. Nello specifico, svolge le seguenti funzioni:

  • coordinare le attività progettuali, il monitoraggio e la valutazione, in coerenza con gli obiettivi generali e specifici del Piano;

  • affrontare le problematiche di carattere tecnico, amministrativo e finanziario attinenti al Piano;

  • individuare iniziative di supporto ai GCT, per migliorare la qualità e l'efficienza degli interventi implementati;

  • disseminare i risultati.

La Cabina di regia regionale potrà attivare gruppi di lavoro su singoli temi o obiettivi.


Evoluzione del quadro epidemiologico regionale

Il quadro epidemiologico regionale è monitorato dall’Osservatorio epidemiologico regionale sulle dipendenze, attivo presso la Direzione regionale Salute e Welfare.

I dati rilevati confermano la diffusione e gravità dei fenomeni associati al gioco d’azzardo e la necessità di consolidare il sistema di risposta attivato, affinché sia completo, organico, articolato su più livelli.

Gli ultimi dati disponibili riguardo alla prevalenza del gioco d’azzardo nella popolazione generale (15-74enni) sono quelli desunti dalla rilevazione IPSAD 2014, realizzata dall’Istituto di fisiologia clinica del CNR attraverso un sovra-campionamento sostenuto da una specifica convenzione con la Regione. I dati sono assimilabili a quelli nazionali, in Umbria pratica giochi d’azzardo il 25,3% della popolazione considerata (25,8% in Italia); come nel resto del paese, sono nettamente di più i maschi (32,5%) a giocare rispetto alle donne (18,5%). Il profilo di gioco problematico nella popolazione considerata riguarda il 5,6% (il 5,4% in Italia); questo significa che in base a queste stime sono da considerare circa 10.000 umbri con un profilo di gioco problematico che dovrebbero essere raggiunti da iniziative di prevenzione o servizi di trattamento.

Per quanto riguarda la popolazione studentesca di 15-19 anni, l’indagine ESPAD, condotta anch’essa dall’Istituto di fisiologia clinica del CNR, riporta che per l’indicatore “praticare giochi in cui si scommettono soldi nell’ultimo anno”, in Umbria il dato di prevalenza più elevato si è avuto nel 2010 (52,9%), mentre negli anni successivi, fino al 2016, si è rilevata una lenta e graduale diminuzione, seguita da una sostanziale stabilizzazione.

Nel 2017 il dato umbro si assesta al 35,8%, lievemente inferiore al dato italiano (36,9%).

Sempre nel 2017, in Umbria, tra gli studenti che giocano, il 5,9% ha un comportamento problematico (in diminuzione rispetto al dato 2015 dell’8,6% e inferiore al dato Italia 2017 del 7,1%) e il 14,3% ha un elevato rischio di assumere un comportamento problematico (in aumento rispetto al dato 2015 del 9,7% e superiore al dato Italia 2017 del 13,5%); queste percentuali equivalgono a circa 900 studenti umbri con un profilo di gioco problematico e a circa 2.200 ad elevato rischio di assumere tale profilo. Fonte ESPAD.


Impatto epidemiologico emergenza Covid 19

Il ricorso al gioco d’azzardo, come mostra la letteratura internazionale e nazionale, sembra essere sostenuto dagli effetti della crisi economica, aspetto che non può essere trascurato in un momento storico come quello attuale, segnato dall’imponente recessione globale che ha colpito l’intero pianeta a seguito dell’emergenza da Covid-19.

Come in tutti i periodi di crisi economica, è lecito ipotizzare che la perdita di lavoro e di riferimenti spinga parte della cittadinanza a cercare fortuna proprio nell'azzardo.

I dati italiani ed internazionali rispetto al gioco d'azzardo a seguito della pandemia mostrano come il gioco fisico, soprattutto durante i periodi di lockdown, abbia subito una inevitabile riduzione, cosa meno riferita per il gioco online che, invece, mostra un andamento di stabilità maggiore anche nei periodi lockdown, se non un aumento.

Non si evidenzia però una migrazione particolare dei giocatori onsite al gioco online. La letteratura internazionale evidenzia però come il ricorso al gioco sia rimasto significativo e sia aumentato tra i giocatori più a rischio e problematici. Per cui si può inferire che la pandemia abbia portato i suoi effetti maggiori sulle fette di popolazione che già risentivano di tale problematica.

Si ricorda inoltre che il gioco d'azzardo mostra la sua azione più dannosa nelle fasce di popolazione meno abbienti, tra i redditi più bassi, i disoccupati, gli immigrati. In particolare, i dati relativi all'apertura dei nuovi conti di gioco online a livello nazionale nel 2020 evidenziano che il numero dei conti di gioco aperti da uomini e da donne è aumentato, rispettivamente del 30,20 per cento e del 35,49 per cento rispetto a 2019. L’incremento percentuale maggiore si registra per il dato relativo ai giocatori di età compresa tra 18 e 24 anni, che più degli altri hanno

stipulato nuovi contratti di conto di gioco. Analizzando la ripartizione del numero di nuovi conti di gioco aperti nel 2020 per regione, i valori maggiori si riscontrano in corrispondenza della Campania, della Lombardia, della Sicilia e del Lazio, mentre i più bassi in Valle d’Aosta, Friuli-Venezia Giulia, Umbria (nuovi conti aperti 48.708, corrispondenti all’1,14% del totale dei conti on-line aperti nel 2020 a livello nazionale). Il numero di conti complessivi attivi in Umbria nel 2020 è pari a 145.562.

Qualche ulteriore informazione specifica sul contesto umbro, soprattutto sulla popolazione giovanile, proviene da un'ulteriore indagine svolta tramite la somministrazione di uno strumento ad hoc, l'Azzardometro, nato nel contesto delle iniziative rivolte alla diffusione di informazioni sui rischi connessi al gioco d’azzardo e alla promozione di consapevolezza tra i giovani, principalmente tramite l’utilizzo del web e dei social media. Si tratta di un breve questionario anonimo, costruito dai giovani stessi con domande chiuse e una aperta dove poter esprimere liberamente il proprio pensiero sul tema, che si pone l’obiettivo di sondare l’esperienza che i giovani umbri hanno del gioco d’azzardo e la loro percezione dei rischi e delle problematiche ad esso connessi.

Il questionario è stato diffuso a maggio 2020, tramite la pubblicazione online e inviato tramite la rete di promozione della salute delle USL dell’Umbria ai ragazzi e insegnanti coinvolti nel progetto YAPS – educazione tra pari - del Piano di Prevenzione Regionale. Hanno risposto 206 adolescenti e giovani adulti. Tra le varie domande era presente anche una relativa ai cambiamenti nel gioco d'azzardo a seguito della pandemia, ed in particolare durante i lockdown. La maggior parte dei partecipanti riferisce che non ci sono stati cambiamenti nel proprio comportamento di gioco (59,4%) a seguito dei provvedimenti per la pandemia da COVID-19. Il 21,2% ha giocato di più ed il 4% ha iniziato a giocare. Il 6,5% ha giocato meno e l’8,8% ha smesso. Tra i maschi, la quota di chi ha iniziato a giocare o ha giocato di più a seguito delle chiusure per l’emergenza COVID è maggiore (30,1%) rispetto alle femmine (13,2%) (p < .01). Da segnalare, seppure il dato non sia statisticamente significativo, che tra i minorenni la quota di coloro che hanno iniziato a giocare o hanno giocato di più è superiore (28,6%) rispetto a quella dei maggiorenni (20,8%).